Verso l’obbligatorietà dei vaccini alle badanti. E su Como?
Parla di “enorme vuoto legislativo” l’immunologa Antonella Viola, che lancia un appello affinché anche per queste categorie professionali, come già per gli operatori sanitari e delle Rsa, sia esteso l’obbligo vaccinale e la certificazione verde per lavorare.
Dall’immunologa Antonella Viola arriva un appello affinché obbligo vaccinale e green pass valgano anche per badanti e colf che si occupano delle persone più fragili.
Con un post su Facebook, Viola ha puntato il dito contro uno dei paradossi su cui si è concentrata l’attenzione negli ultimi giorni, ossia la questione del green pass per colf e badanti: per queste categorie professionali infatti non esiste al momento alcun obbligo di vaccinazione né di esibire il green pass ai datori di lavoro. Viola mette in guardia contro quello che definisce “un enorme vuoto legislativo” sul tema della vaccinazione “nelle persone che operano nelle case di migliaia di italiani, spesso prendendosi cura proprio dei più fragili”. Denuncia l’immunologa dell’università di Padova su Facebook: “Mentre gli operatori sanitari e delle Rsa sono giustamente obbligati alla vaccinazione, il personale delle agenzie che si occupano della cura (badanti e colf) non solo non è tenuto a vaccinarsi, ma non ha neppure l’obbligo di green pass per lavorare. Nessun controllo è previsto per queste categorie e mi sono stati segnalati diversi casi di anziani contagiati attraverso i badanti”.
“Le famiglie sono impotenti – osserva – perché si sentono rispondere dalle agenzie che la legge non lo richiede”. Da Viola infine arriva un appello “affinché l’obbligo vaccinale o il Green pass sia esteso anche a queste categorie di lavoratori, che entrano ogni giorno nelle case degli italiani e sono a contatto con pazienti anziani e malati”.
Tra i lavoratori domestici censiti dall’Inps (circa due milioni), 437mila prestano assistenza ad anziani e a persone non autosufficienti, per età o per patologia, anche in regime di convivenza (badanti conviventi o colf conviventi). “Il problema è che la questione riguarda un rapporto tra privati, quindi non è facile da gestire”, ha dichiarato nelle scorse settimane il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.
Su questo tema era intervenuto anche Andrea Zini, presidente di Assindatcolf (Associazione dei datori di lavoro domestico): “La nostra posizione su green pass e vaccini è abbastanza netta. In caso di rapporto diretto, non intermediato da agenzie, le famiglie hanno tutto il diritto di pretendere la vaccinazione anti covid dal lavoratore da assumere o da quello già in servizio, vista la tipologia delle mansioni svolte e i rischi specifici che possono derivare per il datore e per i suoi familiari. Altrimenti – aveva chiarito Zini -, se il lavoratore non vuole vaccinarsi o rinnovare il green pass quando necessario, nel settore domestico è possibile sciogliere il rapporto di lavoro in modo libero, senza alcuna giustificazione”.
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